D.L. 116/2025: sanzioni più dure per i reati ambientali

È entrato in vigore il Decreto-Legge 116/2025, un provvedimento che punta a contrastare con maggiore decisione le attività illecite legate ai rifiuti e a finanziare interventi di bonifica nell’area nota come Terra dei Fuochi, oltre a misure straordinarie per le popolazioni colpite da calamità naturali.

Tabella dei Contenuti

È entrato in vigore il Decreto-Legge 116/2025, un provvedimento che punta a contrastare con maggiore decisione le attività illecite legate ai rifiuti e a finanziare interventi di bonifica nell’area nota come Terra dei Fuochi, oltre a misure straordinarie per le popolazioni colpite da calamità naturali.

La novità più importante è l’inasprimento delle pene per i reati ambientali: ciò che prima era considerato una semplice contravvenzione può oggi configurarsi come delitto punito con la reclusione fino a 7 anni.
Un cambio di paradigma che rafforza il diritto penale ambientale e impone alle imprese una nuova attenzione alla compliance.

I punti chiave del decreto

TemaNovità principali
Sanzioni & reatiAbbandono, gestione non autorizzata, traffico illecito, combustione illecita di rifiuti: pene più severe, possibilità di arresto e trasformazione di alcune violazioni in veri e propri delitti.
Nuove responsabilità per le impreseObbligo di vigilanza rafforzato: amministratori, dirigenti e delegati devono garantire controlli, procedure interne e formazione del personale. L’omessa vigilanza può comportare responsabilità penali.
VideosorveglianzaAbbandono di rifiuti accertabile tramite immagini e video delle targhe riprese da telecamere comunali, autostradali o private.
Bonifica e misure ambientaliStanziati fondi per la bonifica della “Terra dei Fuochi” (15 milioni per il 2025) e per interventi urgenti in aree contaminate.

Perché le aziende devono agire subito

Il D.L. 116/2025 interessa tutte le imprese che producono, trasportano o gestiscono rifiuti, comprese le realtà che li generano come sottoprodotto della propria attività.
Non adeguarsi significa esporsi a rischi penali, amministrativi e reputazionali.

Anche enti locali, gestori di impianti e operatori della videosorveglianza dovranno aggiornare procedure e strumenti per applicare le nuove disposizioni.

Spunti pratici per la compliance

  • Verifica dei processi: controllare che deposito, raccolta, trasporto e smaltimento siano conformi alle nuove regole.
  • Procedure di vigilanza: aggiornare o introdurre sistemi interni di controllo e formazione del personale.
  • Tracciabilità: mantenere registri, formulari e documentazione a supporto delle attività svolte.
  • Monitoraggio normativo: seguire l’iter di conversione in legge, che potrà portare ulteriori chiarimenti o modifiche.

Un passo avanti per la tutela ambientale

Il D.L. 116/2025 rappresenta una svolta nella lotta ai reati ambientali.
Per le imprese è il momento di trasformare la compliance da semplice obbligo a leva di sostenibilità e responsabilità sociale, tutelando non solo il proprio business ma anche il territorio.

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